Tutto in queste tavole concorre al raffinamento della materia, alla sua riqualificazione estetica: dalla cornice intagliata, ai contorni cadenzati e melodici che profilano le figure sull'orlo del fondo.
Una cornice costruita illusionisticamente comprende lo spazio che semrba aprirsi e prolungarsi prospetticamente oltre la superficie dell'opera. La tela viene coscientemente avvertita come lo schermo proiettivo di uno spazio reale.

Come nella pittura due-trecentesca si giustifica la scelta dell'artista di usare tele di grandi dimensioni o supporti saldati tra loro che ricordano le pale d'altare. Una tecnica quella di Sanzi che richiede, proprio come nell'antichità, una notevole perizia artigianale ma che consente all'artista di trasformare l'immagine alla luce di un processo analitico di marca dadaista.

Sanzi predilige infatti l'uso dei frammenti, piccoli lembi materici, accostati tra loro, icone di carta straccia, che costruisce e decostruisce attraverso una sovrapposizione di strati in cui il frammento di carta sottratto al suo contesto, rotocalco, manifesto o libro che sia, viene trasformato in immagine elettiva e in valore d'arte.