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Nelle opere l'artista si fa interprete degli aspetti peculiari dello stile tardo gotico, dove tutto è riprodotto con la scrupolosa minuzia grafica di un incisore, costringendo l'occhio a vagare incessantemente nella miriade di particolari, con una" messa a fuoco prospettica"che rende nitida la visione del vicino e del lontano simultaneamente.
Manierismi bizantini nelle ampie lumeggiature degli abiti, rivisitazioni linearistiche e cromatiche dei maestri del Duecento e Trecento, rievocazioni di "impulsi naturalistici" del tardo Quattrocento, mutazioni e revisioni compiute secondo una coscienza spaziale e tecnica della pittura che è quella di un contemporaneo, giungendo all'idea di schermo proiettivo di uno spazio reale, quasi uno sfondo da sfondare più che uno sfondo, secondo un processo analitico di marca dadaista che ricorda gli anni Venti di Man Ray e più tardi gli anni Sessanta degli artisti francesi del Nouveau Réalisme. |
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